«Matrimonio tra studi: i passaggi-chiave e gli errori da evitare – Strategie di crescita. Trattative serrate, niente indiscrezioni e un vero progetto comune blindano il successo della fusione»
Nell’articolo fornisco i miei consigli, basati sull’esperienza, per accompagnare correttamente il lento e difficile processo di fusione tra due studi legali (e in genere professionali).
Le difficoltà che accompagnano le trattative e le differenze tra le compagini possono infatti rendere complicate e persino far fallire le trattative.
Desiderio di aumentare la massa critica, di espandere l’attività verso nuovi territori promettenti, di sopperire al trauma di un passaggio generazionale, o di aggregarsi per diversificare e ampliare l’offerta di servizi. Sono le quattro ragioni principali che spingono i professionisti verso la combinazione con altri studi, nelle diverse forme possibili di alleanza professionale che vanno dalla mera collaborazione preferenziale all’alleanza strategica, al networking, fino alla fusione vera e propria nella forma associativa o societaria più adatta.
Di questo spettro, tuttavia, solo la fusione rappresenta la svolta capace di imprimere una direzione nuova all’attività dei due studi. Tutte le altre forme più lasche di collaborazione finiscono, nella maggioranza dei casi, per restare iniziative estemporanee e sterili.